Una damigella in pericolo!

Umana - Legale Buono - Popolana, 2° Livello

❖ Narrazione: Arielle era stata mandata via dall'Orfanotrofio mesi prima, e da tempo vagava per i Regni di confine in cerca di un'occupazione stabile. Tuttavia, malgrado la sua bontà, il marchio di infamia della sua nascita illegittima sembrava perseguitarla.
La gente dei regni di confine spesso era di vedute ristrette, e faceva ricadere le colpe dei genitori sui figli. Su di lei circolavano brutte voci, ragion per cui aveva preso a spingersi sempre più lontano rispetto al proprio feudo natio.
Lei era una brava cameriera, volenterosa e piuttosto spigliata nel raccogliere le ordinazioni. Finalmente aveva trovato una locanda dove lavorare, poco fuori città, lungo una via mercantile. Il padrone era un uomo buono e probo, e la trattava come una figlia.
Lei non veniva importunata molto neppure dai clienti - e mai seriamente, visto che il padrone non lasciava entrare le canaglie - e tutto era finalmente perfetto.
Stava anche racimolando, non spendendo praticamente nulla per se, una piccola somma che sarebbe servita tra quattro anni, quando Silvie, la sua sorellina, sarebbe stata dimessa dall'orfanotrofio per il raggiungimento del limite di età.
Lei quindi si sentiva, per la prima volta nella vita, felice e serena.
Tuttavia, come spesso accade, questi periodi felici non durano molto. Un giorno si trovava nella piazza del mercato, ed era stata attratta da un gruppo di artisti girovaghi. Era sabato, e le era concesso un pò di svago. Lo spettacolo degli artisti era stato veramente meraviglioso, e lei era rimasta per ore a guardarli.
Per fortuna, l'offerta era libera, e lei aveva offerto quello che si poteva permettere: poche monete di rame.
Una volta finito lo spettacolo, si accorse che la sera stava scendendo velocemente. Si era fatto tardi, e lei era a piedi.
Le strade si svuotarono dopo poco tempo, e Arielle pensò, per far prima, di prendere una scorciatoia lungo un vicolo, che le avrebbe consentito di risparmiare un pò di tempo.
Il vicolo era deserto, e non si vedeva un'anima in giro, Arielle quindi procedette velocemente, iniziando a pentirsi di quella scelta.
Tuttavia quella città non era pericolosa, era un piccolo borgo, nulla di più.
Ad un certo punto, però, due loschi figuri le si pararono innanzi improvvisamente. Non li aveva visti, vestiti com'erano di nero.
Il cuore le balzò in gola e disse "Chi va la?" in preda al panico.
Uno dei due figuri tentò di afferrarla e di metterle le mani sulla bocca, mentre l'altro lo aiutava cercando di tenere Arielle per le braccia (per la verità, con scarso successo). Lei cercò di difendersi dando un debole pugno, ma l'uomo era purtroppo più forte di lei.
La presa dell'uomo si chiuse su di lei. Una mano le teneva chiusa la bocca, mentre con l'altra la stringeva a se, per impedirle di muoversi.
Arielle era terrorizzata. Non aveva mai vissuto una situazione del genere.
L'altro losco figuro disse: "Vedrai quanti soldi ci frutterà questa bella ragazza".
Arielle realizzò che si trattava di schiavisti, e ne fu tremendamente impaurita.

❖ Azioni compiute: AdO (mani nude) Arielle contro Bandito 1: 6+0= 6 (fallimento).

Prova di BMC (Bandito 1 - Combattente 1° Livello, +1 BAB, +2 For): 16+3 BMC= 19 (successo)

Aiutare un altro (lottare) (Bandito 2 - Combattente 1° Livello, +1 BAB, +2 For): 4+3 = 7 (fallimento)

Arielle riceve la condizione "In Lotta" con bandito 1.

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❖ Narrazione: All'udire le parole imperiose del sacerdote guerriero, i due gaglioffi esitarono. In effetti si trovarono di fronte un guerriero corazzato pesantemente, che sapeva il fatto suo, e con un'arma lunga e minacciosa.
Quello che sembrava il più furbo dei due, disse:
"Cerca di essere ragionevole, vedi questa ragazzina com'è graziosa? Ci frutterà cinquanta, cento monete d'oro se la smerciamo alle persone giuste. Possiamo dividercele, non c'è bisogno di combattere, amico!".
Intanto cercava di tenere ferma Arielle.
L'altro bandito, che sembrava grosso e meno agile di mente, fissava Tarin, stringendo nervosamente la propria spada lunga e preparandosi a stare sulla difensiva.
Nel frattempo, Arielle cercava di divincolarsi, e sfruttando quella che apparve una disattenzione dei due, riuscì a sgusciare via dalla presa dell'uomo, e, visto che era comparso il suo salvatore, corse, piangente e a perdifiato verso di lui prima che i due - che dovevano ancora riprendersi dall'intimidazione subita - potessero reagire.
"Aiutatemi, vi prego!" - disse in tono supplichevole al Sacerdote.

❖ Azioni compiute:
Bandito 1: Azione di lottare per mantenere la lotta 10+3= 13 fallimento (Arielle si libera dalla lotta)
Bandito 1: Prova di Diplomazia contro Tarin: 10+1= 11
Bandito 1: Difesa totale (+4 alla CA).
Bandito 2: difesa totale (+4 alla CA).
Arielle corre da Tarin (due azioni di movimento).

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❖ Narrazione: Il sacerdote guerriero caricò impetuosamente il bandito più grosso, quello che sembrava un bue dal tanto era corpulento. Il suo falcione trovò la carne del malcapitato gaglioffo infliggendogli una ferita molto grave, anche se non bastante ad ucciderlo.
A questo punto, l'uomo, impazzito a causa della ferita, si lanciò all'attacco a sua volta, cercando di superare la guardia dell'arma. Non vi riuscì, e finì impalato contro al falcione.
Cadde a terra rantolando, ed in pochi attimi esalò il suo ultimo respiro.
A quella vista, il secondo bandito, che aveva uno spadone, si lanciò all'attacco a sua volta, sfruttando il fatto che Tarin fosse impegnato a riprendere la sua posizione difensiva.
Non riuscì a fruttare, però, quell'attacco. Forse scivolò sul terreno bagnato di sangue, o forse fu la paura a trattenerlo: fatto sta che la sua mira si rivelò penosa.
Tuttavia, ora che il bandito era adiacente, Tarin non avrebbe più potuto attaccarlo con il falcione. Avrebbe dovuto ricorrere alla sua arma secondaria.
Intanto Arielle, che si era ripresa dallo sconcerto e dallo choc, prese dalla sua tasca la fionda, la caricò, e cercò di colpire il bandito che l'aveva così brutalmente trattenuta.
Nonostante la vicinanza del sacerdote guerriero le rendesse difficile il colpo, riuscì ad avere successo, ferendo lievemente l'uomo malvagio.
"State attento, mio Signore!" urlò all'indirizzo del sacerdote guerriero.

❖ Azioni compiute:
Bandito 2: Tpc (spadone+3) contro Tarin: 1+3 = fallimento.

Arielle: Tpc (fionda+3) contro Bandito 2 = 17+3-4 = 16 successo. Danni 2-1= 1.

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❖ Narrazione: Il martello da guerra del Sacerdote guerriero non riuscì ad impattare sul teschio del malcapitato, ma ugualmente gli si sfracellò dolorosamente sulla spalla. Il badito ne fu gravemente ferito, ma non dette segni di volere desistere.
Ormai, il viscido schiavista aveva capito che la sua unica chance di sopravvivere era quella di uccidere quell'uomo. Sferrò quindi a sua volta un colpo con lo spadone, ma mancò il bersaglio.
"MUORI! - urlava violentemente, in preda alla follia.
Arielle pensò di tirare un altro sasso, ma pensava che forse avrebbe fallito. Quell'uomo così coraggioso stava rischiando la vita per lei, e lei cosa faceva? Stava lontano da lui, al sicuro, a tirare sassi.
Non era questo il modo in cui una fanciulla coraggiosa si comportava.
Arielle prese coraggio, si alzò la sottana e scoprì la giarrettiera bianca cui, oltre ala calza, era assicurata la fondina del pugnale che usava come arma di difesa personale.
"AAAAAAAAAAAA" - Arielle gridò per fare coraggio a se stessa, e per non pensare all'atto folle che stava per fare. E poi, a testa bassa e con un'espressione decisa sul volto, caricò l'uomo, tenendo il pugnale davanti a se, a mò di lancia, come le avevano insegnato.
Forse il bandito la sottovalutò perchè il suo pugnale di Arielle affondò nel braccio destro dell'uomo provocandogli un taglio sanguinante.

❖ Azioni compiute:
Bandito 2: Tpc (spadone+3) contro Tarin: 7+3 = 10 (fallimento)

Arielle: Carica contro Bandito 2. Tpc = 8+2+4=14 (successo). Danni 3-1= 2.

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❖ Narrazione: Il Sacerdote guerriero fece scempio di quel corpo con il proprio martello. Il turpe schiavista era già stato portato in fin di vita dall'azione combinata del valente Tarin, con un piccolo ma significativo aiuto da parte della coraggiosa ragazzina, Arielle.
Il successivo corpo del sacerdote fece volare via - in senso letterale - la mascella dell'uomo. Il volto gli si girò di 90°, emettendo un orrido "crack".
Il corpo dell'uomo ricadde, con il collo spezzato.
Grazie agli dei, nessuno dei due aveva riportato ferite, e c'erano i cadaveri dei due gaglioffi, morti.
Pochi secondi dopo - nemmeno a farlo apposta - passò una ronda della Guardia cittadina, attirata dal rumore. Bastò loro un'occhiata per giudicare il sant'uomo e la ragazzina come le vittime ed i due cadaveri riversi a terra - dalle facce notevolmente "gobbe" come gli aggressori.
Quindi scambiarono due parole piuttosto frettolose con Tarin ed Arielle e se ne andarono, dopo avere "compiuto il loro dovere" (ossia saccheggiato i cadaveri di ogni loro avere, scarpe comprese).
"Mi chiamo Arielle Brisaillon" disse la ragazza al Sacerdote, visto che non si era presentata - alle guardie non interessava il suo nome - "E vivo in una locanda fuori città. Vi sarò eternamente grata per quello che avete fatto. E so di chiedervi ancora molto ma... Vi andrebbe di riaccompagnarmi?" - gli chiese.
Sperava che l'oste - ma ne era quasi sicura - acconsentisse ad ospitare il sacerdote gratuitamente, almeno per una sera. In caso contrario, Arielle aveva dei magri risparmi, avrebbe fatto volentieri un sacrificio per un uomo che le aveva salvato la vita.


❖ Azioni compiute:

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❖ Narrazione: Arielle, con la sua manina da ragazzina, strinse quella grossa manona rivestita da un guanto ferrato e sorrise, felice di essere viva e di avere incontrato una persona buona.
"Venite, dunque, vi faccio strada.. non ci metteremo molto, la locanda è appena fuori città, sulla strada principale. Per la verità il mio Padrone si arrabbierà un pò con me, dovevo tornare prima, ma quel bello spettacolo mi ha proprio distratto!" - commentò Arielle, ricordandosi che aveva fatto tardi.
"Ma ditemi, messere, voi cosa siete esattamente? Percepisco in voi - ma forse è solo una mia impressione - una grande bontà e rettitudine. Siete forse un chierico? E se sì, quale dio servite?" - Arielle sapeva che i chierici andavano spesso in battaglia corazzati, non solo della loro fede, ma anche di robuste armature d'acciaio. E quell'uomo gli sembrava possedere un rigore morale che aveva visto solo nelle persone di fede.
Parlare avrebbe reso il tragitto più gradevole.

❖ Azioni compiute:

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❖ Narrazione: Arielle si trovò un pò in imbarazzo alla risposta del sacerdote, in quanto riteneva, forse, di essere stata troppo curiosa.
Per cui abbassò la testa, imbarazzata. "Perdonatemi, messere. Sono stata un pò invadente nel chiedervi i fatti vostri. Alle volte mi capita di essere decisamente troppo curiosa!" - in effetti Arielle certe volte veniva ripresa per la sua eccessiva curiosità, uno dei suoi difetti peggiori.
"Tuttavia, se posso permettermi.. si capisce subito che siete un sant'uomo!" - disse con entusiasmo sincero - "Non so quale divinità serviate, ma sono sicuro che essa è buona e giusta. E nel campo di battaglia, come nelle città, sono sicuro che voi lottate per estirpare il male!"
Quell'uomo, Tarin, non gli sembrava proprio uno di quei chierici che servivano divinità malvagie o neutrali. Gli sembrava più il tipo "senza macchia e senza paura".
Arielle era felice che esistesse il Bene! Lei credeva infatti nel Bene, e nella Giustizia.

❖ Azioni compiute:

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❖ Narrazione: Arielle fu veramente rinfrancata dalle parole del sacerdote guerriero, perchè temeva, questa volta, di essersi veramente spinta troppo in là.
"Conosco Iolanne" - disse lei. Si trattava infatti di una dea che aveva un discreto seguito nei Regni di confine, ma della quale sapeva poco, in realtà - "Ma purtroppo quasi solo di nome. Quello che so, comunque, mi piace. Pur non essendo io una guerriera, aspiro a servire il Bene e la Giustizia, e prego ogni giorno affinchè gli dei ci mandino governanti buoni e giusti, che estirpino il male con la spada e con la forza della legge."
Arielle infatti non era devota ad una divinità specifica.. però l'idea di una dea che era una sorta di donna in armatura, improvvisamente le risultò particolarmente attrente.
"Ditemi di più del vostro credo, ve ne prego..." - gli fece, mentre sognante si avvicinava a lui guardandolo come l'epitome del santo guerriero senza macchia e senza paura, che metteva la sua vita a repentaglio quotidianamente per il benessere dei deboli.

❖ Azioni compiute: